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Sintesi dell’incontro “Scuola Casalegno: una storia lunga 50 anni”

Contenuti e immagini dell'incontro svoltosi il 20 Maggio

Utente TOIC8BZ003-psc

da Toic8bz003-psc

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L’incontro per il cinquantesimo anniversario della scuola Carlo Casalegno, condotto dalla nostra Dirigente Scolastica Silvia Solia, si è svolto in un clima di commosso ricordo e profonda riflessione.

È stata un’occasione per onorare la figura di Carlo Casalegno, un uomo profondamente legato alla città, ex allievo del Liceo D’Azeglio e partigiano dopo l’8 settembre 1943.

Casalegno era stato docente di scuola superiore a Casale e, dopo la Liberazione, aveva intrapreso la carriera giornalistica, mantenendo sempre un forte legame con il mondo scolastico, visitando spesso gli studenti e manifestando un profondo senso dello Stato. Questo senso civico era evidente anche nella rubrica “Il nostro Stato” che teneva su La Stampa, fino a quando venne colpito dalle Brigate Rosse il 16 novembre 1977, morendo dieci giorni dopo.

L’incontro ha ricordato Carlo Casalegno attraverso le parole di suo figlio Andrea, presente alla cerimonia, che ha dedicato parte della sua carriera giornalistica a temi educativi per Il Sole 24 Ore e ha scritto due libri, “L’attentato” ed “Elisabetta”, dai quali sono stati letti alcuni brani grazie alla voce della professoressa Debora Milone.

La scuola, intitolata al giornalista assassinato, ha sempre cercato di mantenere vivo il suo messaggio di progresso civile e morale.

Le vicende di Carlo Casalegno sono rilevanti per tutti, come sottolineato dalle parole di Andrea: “In un Paese libero un giornalista scrive ciò che pensa, giusto o sbagliato che sia. Non è libero di scrivere tutto ciò che vuole, perché il potere, ogni potere, tende per definizione ad asservirlo. Ma gli spazi di libertà, più ampi o più ristretti a seconda del suo coraggio, non vengono mai del tutto meno.” Carlo Casalegno era consapevole dei rischi che correva, sapendo di non essere “un giornalista qualunque, ma uno dei più acuti nell’analisi del terrorismo, uno dei più fermi nel condannarlo.”

Il vice direttore de La Stampa fu il primo giornalista italiano assassinato nel dopoguerra per le sue idee, e i terroristi cercarono di ridurre un uomo complesso a un semplice simbolo. Tuttavia, Andrea ha affermato: “Ogni essere umano è un mondo, un mondo unico e irripetibile di idee, affetti, ricordi. Ogni uomo è fatto di uomini. Sono loro la tua sostanza. Chi lo uccide li uccide tutti.”

Andrea Casalegno ha condiviso il suo vissuto con lucidità e onestà, parlando non solo di suo padre, ma anche della sua vita personale come figlio, marito, padre e amico. Ha evidenziato come il dolore, a differenza del progresso, ci accomuni tutti, e ha chiuso con un invito alla comunicazione sincera, tratto dal suo libro “Elisabetta”.

La cerimonia è proseguita con la parola data alla vice preside storica della scuola, maestra Fraccalvieri, e con i saluti ai dirigenti Longo e Blardone.

È stato poi il turno della Funzione strumentale Apprendimenti e Territorio, Genny Mastronardi, che ha introdotto gli interventi di rappresentanti di Unicef, Anpi e Lions.

La scuola, situata in un quartiere una volta molto popolato e ora in cerca di identità, si auspica di ritrovarla proprio attraverso storie come quella di Carlo Casalegno. Un ex alunno, Alessandro Oberholtzer, ha raccontato il suo vissuto nel testo “Santa Rita stories”.

Dopo gli interventi dell’Assessora all’Istruzione del Comune Carlotta Salerno, della Consigliera Comunale Lorenza Patriarca e di Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2 , l’incontro si è concluso con saluti e ringraziamenti, ribadendo che Carlo Casalegno vive ancora nelle battaglie per la libertà e, in parte, anche nella scuola che porta il suo nome, con l’obiettivo di difendere lo Stato per poterlo migliorare.

Intervento di Alessandro Oberholtzer e estratto dal libro “Santa Rita stories”: casalegno_speech_v02    santa_rita

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